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Presentazione
I segnali dall'Europa, da molti
degli stati membri, in primis la Germania, quelli che ci giungono da
USA, Giappone, Cina, Corea e da tanti altri, indicano chiaramente
che le tecnologie dell’idrogeno e delle celle a combustibile stanno
riscuotendo un interesse crescente e, di conseguenza, possono
contare sul forte appoggio di politiche e scelte nazionali. L'Italia
in quanto sistema Paese sembra essere recalcitrante o, per lo meno,
poco attenta e poco informata.
Partendo da tale constatazione l’Agenzia nazionale per le nuove
tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA),
L’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile (H2It), la
Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche (FAST) e
l’Università degli Studi di Perugia organizzano il prossimo 13
dicembre a Roma l’incontro “Il nuovo programma Idrogeno e Celle a
Combustibile nell’ambito di “Horizon 2020”: Quali opportunità per il
sistema Italia?” nell’ambito della quinta edizione della “European
Fuel Cell Technology & Applications – Piero Lunghi Conference
(EFC13)”. C’è la volontà di portare all'attenzione dei decisori
istituzionali la problematica legata allo sviluppo delle tecnologie
dell'idrogeno e delle celle a combustibile e chiedere loro atti
concreti per definire strategie nazionali adeguate. La giornata si
propone, dunque, partendo dalle priorità dettate da Horizon 2020
riguardo all’importante settore, da un lato di illustrare lo sforzo
che, nonostante la mancanza di un quadro nazionale, stanno facendo
enti di ricerca, università ed industrie per mantenere l'Italia al
passo con il resto del mondo e con le priorità che ci indica
l'Europa; dall’altro di dare voce all’imprenditoria italiana e al
mondo della ricerca affinché dalle loro istanze possano scaturire
indicazioni precise su quello che manca per dare senso e forza alle
singole iniziative. Si vogliono individuare le azioni concrete che
la politica dovrebbe promuovere per dotare il nostro Paese di un
programma idrogeno e celle a combustibile basato su un quadro
nazionale concordato e condiviso. Solo in questo modo possiamo avere
la forza di partecipare a pieno titolo allo sviluppo di queste
tecnologie traendone il massimo vantaggio in termini di posti di
lavoro qualificati, incremento del Prodotto interno lordo, aumento
delle esportazioni. In caso contrario saremmo condannati ad essere
importatori e al massimo installatori, gestori, manutentori di
tecnologie realizzate da altri.
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